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Savoca

Il Borgo di Savoca, incastonato su un colle bivertice roccioso a 300 metri sul livello del mare, nel 2008 è stato inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia. Paese dalle sette facce e terra ferace di gagliardi ingegni; il Borgo di Savoca, da qualsiasi lato si guardi, offre sempre nuovi suggestivi scenari. La sua storia affonda le radici nell’Epoca romana e ha conosciuto bizantini, arabi e normanni. Il nome, secondo l’ipotesi più accreditata, deriva dalla pianta di Sambuco (dal termine dialettale “Sauca” , dal latino medievale Sabucu“), ma esistono altre supposizioni che contribuiscono a rivestire il borgo di fascino e di mistero.

Savoca il paese dalle sette facce: da qualsiasi punto offre scenari suggestivi

Alcune fonti datano la fondazione del borgo intorno al 1134 ad opera di Ruggero II, Signore l’Archimandrita, pro tempore, del Monastero del SS. Salvadore di Messina. Altre, prima dell’anno Mille, con gli abitanti di Phoinix che diedero origine al primo nucleo abitativo di Savoca, il Pentefur. E ancora, proprio il Pentefur, secondo un’antica leggenda medievale, venne fondato da cinque ladroni evasi dal carcere dell’odierna Taormina. Leggende, storie e tradizioni popolari si mescolano e si possono ancora oggi ascoltare attraverso la voce degli abitanti. Il Borgo di Savoca, comprensorio turistico della Valle d’Agrò, è una delle mete più interessanti della Sicilia


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Fonte: Comune di Savoca

Borgo di Savoca: cosa vedere

Il Borgo di Savoca, concentrato di bellezze e di cultura, offre tantissime cose da vedere e da visitare. Iniziamo con: la Chiesa di Santa Maria in Cielo Assunta (monumento nazionale italiano dal 1910 e chiesa Matrice di Savoca), edificata dai normanni nel 1130 e ristrutturata da don Pietro Trimarchi che le diede una struttura rinascimentale. La Chiesa di San Michele, 1250, ovvero la chiesa del Castello di Pentefur. Di modeste dimensioni, venne ampliata verso il 1420. Secondo documentata tradizione, sappiamo che chi si convertiva al Cristianesimo doveva salire con le ginocchia i sette gradini della Chiesa prima di ricevere il Battesimo. Ancora, Chiesa del Calvario, dove ogni anno hanno luogo le Sacre Rappresentazioni.

Chiesa di San Nicolò

Il Convento dei Cappuccini e la Cripta con annessa chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi. La chiesa al suo interno racchiude opere di grande valore come la Madonna di Loreto. La Cripta ospita 37 cadaveri mummificati appartenenti all’aristocrazia di Savoca.

Il Castello Pentefur, ormai rudere, sul colle omonimo. La Porta della Città, posta a nord, nel quartiere San Michele. E ancora: le rovine della Sinagoga, i palazzi nobiliari, l’Antico Palazzo della Curia e l’antico Carcere. La Chiesa di San Nicolò, che conserva una statua lignea di Santa Lucia dello scultore Reginaldo D’Agostino e il suo famosissimo sagrato. Set per alcune scene del film Il Padrino di Francis Ford Coppola.


Cosa visitare

A proposito di Francis Ford Coppola, nel Borgo di Savoca non si può non fermarsi davanti il Palazzo Trimarchi – Bar Vitelli. Situato in Piazza Fossìa, si presenta con tre balconcini con mensole in pietra intagliata e due portali lavorati. Venne edificato tra la fine del Seicento ed i primi del Settecento dai Trimarchi. È sopravvissuto ai tumulti popolari durante i Moti del 1820-1821 e nella seconda metà del XX secolo ha ospitato la scuola media del Borgo di Savoca. Al piano terra si trova il “Bar Vitelli”, proprio dove Coppola girò la scena che vede seduto ad un tavolino Michael Corleone.

Bar Vitelli, luogo dove furono girate alcune scene del film “Il Padrino” parte I – Pappalardo Rosario

Il Museo storico ed etnoantropologico è un altro luogo da non perdere. Suddiviso in due piani, comprende un’area esterna panoramica e l’auditorium comunale. Al primo piano è possibile vedere i cicli del mondo contadino, i reperti e l’utensileria. Una particolarità è data dalle schede con descrizioni, le poesie e i proverbi in lingua siciliana. Al secondo piano, invece, viene proposta la storia locale del Borgo di Savoca. Manoscritti, costumi, stemmi araldici, ma anche il ciak originale del film di Coppola.


Eventi nel Borgo di Savoca

Uno degli eventi sentiti dalla popolazione del Borgo di Savoca è la festa patronale di Santa Lucia. La ricorrenza della patrona ricade il 13 dicembre, ma viene festeggiata la seconda domenica di agosto. La festa, che richiama migliaia tra devoti e turisti, si articola in due momenti. La solenne processione del simulacro della Santa per le vie del centro storico e la sacra rappresentazione vivente in costumi d’epoca di alcune scene del martirio a cui fu sottoposta S. Lucia, dal governatore romano Pascasio, verso il 303 d.C. Una bambina, che veste i panni della Santa, viene portata sulle spalle di un uomo del paese per le vie del centro e resta immobile per tutta la durata della processione. La messa in scena prevede che un gruppo di uomini vestiti da soldati romani, cerchino di trascinarla con i buoi grazie a delle corde a cui è legata la bambina, mentre un altro personaggio si affaccia sulla scena; “u Diavulazzu”, vestito di rosso, con una maschera lignea seicentesca e la forcella che tenta “Lucia”. La presenza dei buoi, curioso particolare, ha una chiara origine spagnola. La scena conclusiva, infatti, si trasforma in una sorta di corrida. Lucia, simbolo del bene, si libera dalle corde e i buoi, metafora delle forze del male, fuggono per le vie del borgo.


Prodotti tipici

Un tuffo nei sapori è d’obbligo! I prodotti tipici del Borgo di Savoca sono quelli della tradizione messinese. Tra cui: a carni i’ crastu ‘nfurnata; carne di castrato al forno o di pecora. Di origine greca, viene cucinato con una gran varietà di aromi e servito con contorno di cipolle crude affogate in aceto. Ancora: u piscistoccu a’ ghiotta, che si ottiene dall’essiccazione del pesce stoccafisso e viene cucinato con abbondante olio, capperi, concentrato di pomodoro, patate, cipolle, sedano e olive bianche. Per non parlare di a Granita ca’ zzuccarata. Una classica granita al limone servita con un croccante biscotto locale condito con semi di sesamo. Un altro piatto della tradizione è quello del u pani cunzatu, delizia del palato, un pane casereccio cotto nel forno a legna e condito con i migliori prodotti del territorio.

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